Il Coaching, una disciplina sempre più diffusa e apprezzata nel mondo del lavoro e nella sfera personale, rappresenta un’opportunità unica per sviluppare il potenziale individuale e raggiungere obiettivi concreti. In un’epoca caratterizzata da un ritmo frenetico e da una sempre crescente complessità, l’incontro con il coaching diventa un momento di riflessione e di crescita personale.
Quando una nuova tecnica ha successo e si diffonde, il suo nome comincia a circolare. Dopo un po’ è entrato nella testa di molte persone, che sull’argomento hanno sentito dire qualcosa, e onestamente pensano di aver capito di cosa si tratti.
Ma in questi casi, e quello del Coaching non fa eccezione, troppi sedicenti esperti, non tutti in buona fede, si avventano sulla nuova idea e si affannano a parlarne, spesso prima ancora di aver capito essi stessi in cosa consista. Se poi tutto ciò avviene nel bailamme della Rete, dove – si sa – è facilissimo propalare un bel po’ di bufale, ecco che nel gran polverone è difficile, se non si è tra gli addetti ai lavori, farsene un’idea precisa e attendibile.
Di recente, una nota azienda di formazione, una di quelle che mi scrivono assiduamente forse perché dal loro data base non risulta che sono, caso mai, tra i suoi concorrenti, mi ha inviato l’ennesimo invito a partecipare a un corso. Nulla di strano, ma stavolta quel corso parlava di Coaching: quindi ho speso qualche minuto per leggere la presentazione.
Ebbene, non solo era piena di stupidaggini, ma da una rapida ricerca è risultato che il docente … non era nemmeno un Coach! Mi sono reso conto in un lampo di quanto pervasivo sia il fenomeno, e di quanto urgente sia la necessità di fare chiarezza. Questo blog nasce per questo, e come primo post intendo chiarire anzitutto:
COSA E’ IL COACHING
“Il Coaching è una partnership con i clienti, che attraverso un processo creativo stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale” (definizione ufficiale tratta dal Codice di Condotta dell’International Coach Federation).
Dunque, anzitutto è una partnership tra il Coach e il suo cliente: che vuol dire? Significa che il Coach si pone in assoluta parità con lui. Il Coach non insegna, non consiglia, non guida, non motiva. Perché sa che nel cliente stesso c‘è già tutta la saggezza di cui ha bisogno per migliorarsi. Deve solo essere aiutato a trovarla, esplorando dentro di sé.
Nessuna confusione è possibile quindi con la formazione, perché il Coach non è un insegnante. Sa che il cliente può capire da solo quali comportamenti siano più efficaci e quali no, e allenarsi a impadronirsi dei primi abbandonando i secondi. Si tratta di aiutarlo a scoprirli e distinguerli.
Nessuna confusione con la consulenza (di qualunque tipo, psicoterapia compresa): Il Coach non consiglia online-apteekki.com. Se che il cliente può inventare (il processo è “creativo”) le strategie e le tattiche idonee a risolvere le sue situazioni concrete. Si tratta solo di porgli le domande giuste.
Nessuna confusione con la guida e la motivazione, perché il Coach non è un motivatore: le motivazioni autentiche del cliente, quelle più potenti e profonde, sono in lui – se ci sono. Si tratta solo di aiutarlo a ritrovarle e a farle riemergere da certi anfratti della sua mente in cui se ne stavano nascoste, magari dimenticate.