Nel Group Coaching, il Coach si relaziona con un ristretto gruppo di persone, più o meno come fa di solito con un individuo. Esistono ovviamente delle differenze di tipo tecnico, che non affronterò in questa sede. Qui vorrei piuttosto mettere a fuoco una casistica, evidenziando le più frequenti situazioni in cui il Group Coaching mi è d’aiuto nel mio lavoro.
In linea di principio, è indicato il ricorso al Group Coaching ogniqualvolta il raggiungimento di un obiettivo, o il superamento di un problema, implica un cambiamento d’approccio che sia collettivo, anziché individuale. Mi riferisco cioè ai casi in cui non si tratta tanto di attivare diversi comportamenti in poche persone, che per varie ragioni individuali debbono cambiare modo d’agire, bensì alle situazioni nelle quali è la mentalità stessa del gruppo, i suoi valori, il colore delle sue relazioni interne, la condivisione dei suoi obiettivi o della sua stessa ragion d’essere che vanno rivisti e ripensati dal gruppo stesso.
Può darsi, e personalmente l’ho visto più volte, che il problema stia nell’esistenza medesima del gruppo: nel senso che il gruppo non esiste, mentre esiste solo un insieme di persone che perseguono, più o meno consapevolmente, finalità differenti tra loro. Ma può darsi anche il caso di un gruppo che già esiste e funziona (magari benissimo) ma che deve soltanto trovare nuovi comportamenti professionali di fronte a situazioni e sfide mai incontrate prima.
Tra le esperienze che ho vissuto, ricordo ad esempio quella di un gruppo di manager intermedi, di una notissima multinazionale italiana, chiamati a rimettere a punto il sistema di valutazione dei collaboratori, che non funzionava. La ragione dell’inefficacia del modello non risiedeva tanto nella sua struttura, quanto perché non era sufficientemente preciso, ma soprattutto in quanto non era stato davvero compreso, e quindi neanche condiviso, dai valutatori stessi, che poi erano i membri del gruppo di lavoro.
Fu presto ben chiaro a tutti che rimettere mano al modello di valutazione implicava confrontare le proprie opinioni sui valori professionali dell’azienda, e confrontarli coi propri. Devo dire che insieme lavorammo benissimo, e che non solo da allora in avanti il sistema prese a funzionare, ma anche che loro stessi, come capi, iniziarono ad essere più efficaci e coesi tra loro, perché finalmente condividevano uno stesso modo di concepire il lavoro stesso. E lo condividevano, perché lo avevano elaborato ed esplicitato insieme, durante il Coaching d Gruppo.
Da insieme di singoli manager, erano diventati una squadra nel breve volgere di quattro mesi online-apteekki.com.
E’ una delle esperienze che ho più care nella mia memoria recente.