Sei protagonista, o spettatore della tua vita?

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Chi non ha mai provato una sensazione di impotenza, davanti ai fatti della vita, sentendo di non trovare una via d’uscita e vedendo avvicinarsi il futuro come una minaccia, alzi la mano.

In questa sgradevole sensazione, un fondo di verità c’è: e consiste nel fatto che non siamo onnipotenti, e la Realtà, nella sua sovrana indifferenza, procede con augusto disinteresse delle nostre esigenze e desideri… È un pensiero che però, se portato alle sue estreme conseguenze, non ci rende umili ma fatalisti, consegnandoci alla rassegnazione e alla frustrazione.

Ciò che di erroneo è contenuto in quel pensiero non sta nella realistica constatazione della nostra limitatezza: perché è innegabile, non possiamo determinare TUTTI gli eventi della nostra vita. Vivendo, ci accadono un sacco di cose sulla cui genesi non abbiamo assolutamente alcun controllo . Ciò che c’è di erroneo consiste nella rinuncia a gestire le conseguenze di quello che succede: a servirci di ciò che la Realtà, nel suo continuo mutare, ci impone di fronteggiare e – se possibile – di volgere a nostro vantaggio.

Se uno ritiene di avere il controllo sulla propria vita, si dice che il suo Locus of Control è interno. Se invece sente di essere in balìa degli eventi, il suo LoC è esterno: nel senso che la persona si sente sostanzialmente impotente su ciò che le avviene, presupponendo che gli accadimenti siano influenzati o controllati da fattori esterni a lui (persone che ritiene più “potenti” di lei, la Società, l’Economia, l’azienda in cui lavora, il Fato/la Fortuna, eccetera).

Il Cliente che si rivolge ad un Coach, spesso lo fa perché è alla ricerca di una via d’uscita, di una soluzione, che da solo non trova. Gli sembra che ogni strada sia sbarrata. Sente di aver bisogno di qualcosa, ma non sa esattamente di cosa.

La collaborazione con il Coach, spesso, deve partire proprio da qui: dal far sentire di nuovo la persona influente sul proprio destino, nel far sì che torni a permettersi di porsi obiettivi che vadano al di là della pura sopravvivenza, che ritorni a pensare in termini di progettualità, e di conseguenza che inizi a ideare delle azioni che prima, da sola, non riusciva nemmeno ad immaginare.

La nostra esperienza di Coach ci ha però insegnato che il processo che conduce a questa riappropriazione del Locus of Control non è di per sé stabile, né lineare. Il Cliente procede a strappi, in un frequente “stop-and-go”, e attraversa momenti in cui lo scoramento può ripresentarsi. E’ compito del Coach, e il Coaching Prossemico fa di questo uno dei propri capisaldi, l’attenzione continua alla collocazione del Locus of Control all’interno della mente del cliente, rinforzandola quando è necessario.

Come vedremo in un prossimo post, questo è fattibile rintracciando nel passato e nel presente del Cliente i casi, le situazioni, i comportamenti in cui lui è stato realmente il protagonista della propria vita, nel bene o nel male: infatti persino gli insuccessi, gli sbagli, le omissioni, sono lì a dimostrarci che ciò che facciamo ogni giorno ha delle conseguenze. E questo fatto, di per sé già dimostra a sua volta che noi una influenza sulla nostra vita l’abbiamo.

Eccome.

 

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