IL COACHING PROSSEMICO © deve il nome agli studi sulla prossemica in comunicazione dell’antropologo Edward Twitchell Hall, nei quali si sostiene la necessità di trovare la giusta distanza fisica (=prossemica) dal proprio interlocutore per poter comunicare efficacemente.
La prossemica, si riferisce allo studio della percezione e dell’uso dello spazio fisico in relazione alle interazioni umane. In essenza, esamina come gli individui utilizzano lo spazio intorno a loro e come quest’ultimo influisce sulle relazioni e le comunicazioni interpersonali. L’idea fondamentale è che il nostro uso e interpretazione dello spazio sono influenzati dalle nostre esperienze culturali, sociali e personali.
In Italia, ad esempio, è comune che le persone stiano fisicamente più vicine durante una conversazione rispetto a quanto potrebbe essere considerato confortevole in altre culture. Questa prossimità è vista come un segno di calore, amicizia e fiducia. Ma come si traduce tutto questo nel mondo del coaching?
Abbiamo esplorato empiricamente, fin dal 2008, la possibilità che tale concetto fosse estendibile all’ambito psichico, e che si rivelasse anche fecondo nel Coaching, se inteso nella sua più ampia accezione, quella appunto psichica.
Hall aveva già intuito che la giusta distanza va intesa non solo in senso spaziale, ma anche in senso culturale, psichico ed emozionale, e che lo stesso concetto di empatia implicasse non una totale vicinanza (che significherebbe, al suo estremo limite, addirittura identità), bensì una distanza sufficientemente prossima per poter comprendere lo stato d’animo, i valori ed il pensiero altrui.
In oltre un decennio di pratica e di studio, abbiamo constatato che questo concetto, applicato alle varie fasi del Coaching, trova concreta applicazione, con ottimi risultati per il cliente, specie se utilizzato all’interno di costrutti tipici del Coaching, in particolare del Coaching Umanistico e del Coaching by Values.
Il Coaching Prossemico rappresenta quindi non tanto una evoluzione di tali orientamenti cui pure s’ispira, ma un vero e proprio metodo a sé, che accoglie contributi provenienti anche da altre scuole, e da altre discipline come la Psicologia e le Neuroscienze, il Pensiero Sistemico e la Programmazione Neurolinguistica, cogliendone i costrutti e i contributi più efficaci e valorizzandoli in un modello unico e coerente.
E questa è una caratteristica distintiva del Coaching Prossemico, il quale – lungi com’è dal chiuso dogmatismo di certe scuole – è e rimarrà aperto a contributi eterogenei: purché scientificamente fondati, ed efficaci nella pratica professionale.
Particolare cura è stata posta nel verificare che il nuovo metodo fosse aderente in tutto e per tutto alle raccomandazioni dell’International Coach Federation (I.C.F.), sia per quanto riguarda il suo Codice Etico, sia per quanto riguarda le Otto Competenze del Coach, come prescritte dall’I.C.F. stessa
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